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In Val di Susa, l'irrigidirsi
del governo sta provocando una crescente sfiducia nelle istituzioni, certo
non temperata dalle "risposte" pubblicate sul sito di Palazzo Chigi. Esse
lasciano in ombra troppi punti importanti: per esempio il recentissimo
ammodernamento della già esistente galleria del Fréjus, costato mezzo
miliardo di euro; per esempio gli alti rischi di dissesto idrogeologico
(come già accaduto nella tratta Bologna-Firenze); per esempio la reticenza
sullo smaltimento dello smarino amiantifero e sui danni alla salute da
dispersione delle polveri sottili.
O
ancora l'azzardata asserzione che «le tratte in superficie si collocano in
aree già compromesse». Ma il vero capolavoro di questa artefatta verità è in
una frasetta: «Si può dire che il consumo del suolo dell'opera assuma una
rilevanza minima se confrontato con i dati del consumo edilizio e
urbanistico dei comuni della Val di Susa nel periodo 2000-2006».
Complimenti: lo scellerato consumo di suolo da parte dei Comuni non è
dunque, per chi ci governa, un errore da stigmatizzare e correggere, bensì
una scusante per martoriare ulteriormente la valle.
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