Se
questo è il gorgo che ci sta ingoiando, è perché l'Italia da decenni è
vittima e ostaggio di un pensiero unico, spacciato per ineluttabile.
Un
unico modello di sviluppo, una stessa retorica della crescita senza fine
governano le "grandi opere", la nuova urbanizzazione e la speculazione
edilizia che spalma di cemento l'intero Paese.
Ma su questa idea di
crescita grava un gigantesco malinteso. Dovremmo perseguire solo lo
sviluppo che coincida col bene comune, generando stabili benefici ai
cittadini.
E' invalsa invece la
pessima abitudine di chiamare "sviluppo" ogni opera, pubblica o
privata, che produca profitti delle imprese, anche a costo di
devastare il territorio.
Si scambia in tal modo
il mezzo per il fine, e in nome della "crescita" si sdogana
qualsiasi progetto, anche i peggiori, senza nemmeno degnarsi di
mostrarne la pubblica utilità.
|