Nel leggere le trasformazioni dovute al costruito, associando alla categoria “consumo di suolo”
(quantità di superficie occupata) anche il dato qualitativo, percepiamo una scena paesaggistica frutto di varie attività, con
la carenza di un ruolo di coordinamento dell’ente pubblico e in un contesto legislativo poco appropriato.
Il processo ha riguardato le preesistenze -in particolare il patrimonio rurale con demolizioni
di edifici o loro adattamento per usi diversi- e i nuovi complessi di residenze e servizi, nonché i grandi volumi ad uso
commerciale e produttivo.
Lo sviluppo degli ambiti urbani, secondo la tendenza generale che comporta un’assenza di
riconoscibilità delle nuove aree esterne -in opposizione ai nuclei storici- riguarda questi territori in modo abbastanza
contenuto, date le dimensioni limitate dei centri abitati.
In varie situazioni i caratteri della periferia, più che in quartieri veri e propri, si
ritrovano lungo le strade di uscita dai centri stessi.
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